domenica 18 luglio 2010

La croce nel terzo millennio

La croce come simbolo universale di pace e uguaglianza?
Risposta all'ìarticolo di Marco Travaglio: Io difendo quella croce
(ilfattoquotidiano.it)





La controversia sul simbolo cristiano più rappresentativo, il crocefisso, è ormai una controversia che si trascina in italia da almeno 20anni di processi e proteste delle associazioni laiche e atee.
Le tesi a favore di chi chiede la rimozione dei crocifissi dai luoghi pubblici (aule scolastiche in primis) sono inopugnabili. Se si trattasse di un processo per omicidio si potrebbe dire che chi pretende la laicità pubblica ha dalla sua parte testimoni, periti, video, intercettazioni, cronache, storici e l'arma del delitto ancora calda impugnata dall'assassino.
La storia da pienamente ragione alla laicità degli stati democratici, cosa che è inciso indelebile in tutte le democrazie europee. La lotta millenaria tra libertà di espressione, libera circolazione della conoscenza, le libertà sessuali, le centinaia di categorie emarginate vittime di repressioni e guerre sante hanno reso l'argomento insindacabile dal punto di vista della netta separazione degli stati liberi dalle influenze legislative delle proprie religioni predominanti.

Spesso si cita la croce come simbolo di speranza, un simbolo benevolo che infonde fraternità e pace tra i popoli. Un simbolo a cui si attribuiscono qualità e onori, ma per quante corone di allori lo ricoprano rimane sempre un simbolo e sono le persone che gli danno vero valore.
A conti fatti, a tutt'oggi, i cattolici utilizzano la loro influenza su ciò che riguarda il cammino culturale laico della civilizzazione delle nazioni libere. Gli ostacoli si concentrano attorno a tutto ciò che si infrange con i dogmi del vecchio testamento e delle istituzioni sacre delle tradizioni rituali del cristianesimo medioevale.

Si sente avvalorare spesso la tesi che il cristianesimo fa parte della cultura europea, associando ad esso ogni forma di progresso e di evoluzione culturale. Non c'è nulla di più presuntuoso e incivile degli insulti alle vittime delle repressioni delle ere buie del passato.
Forse dovremmo ricordarci della battaglia che la libertà di pensiero e le scienze hanno condotto nel rinascimento per affermare il loro diritto di essere diffuse liberamente, dove la chiesa cattolica e i cristiani sono stati i più aspri contestatori.

Tutto sta nell'avere memoria del passato, non come sbiadita fotografia di un tempo che ormai non c'è più ma come possibile ritorno di un futuro cupo e tetro come il nostro passato, fatto di imposizioni, censure e schiavitù intellettuale.

Chi difende il crocefisso nelle scuole oggi? Non è difficile rendersi conto, dalle cronache nazionali e internazionali, che la comunità praticante cattolica è ancora legata a retaggi anacronistici. La presunzione che il loro dogma debba essere imposto alla comunità e non ai soli fedeli è un concetto che faticano ad assimilare.

Concetti totalitaristici da parte della chiesa cattolica sono l'essenza della sacra legge, le stesse leggi (i comandamenti) e i racconti bibblici parlano di punizioni per chi non crede nell'unico dio. È un po' difficile che i cristiani possano a lungo continuare a scendere a compromessi con i propri dogmi. L'antico testamento è un testo impregnato di violenza e malvagità, di ingiustizia e schiavitù benedetta, spesso basta leggere la bibbia per rendersi conto che il dio ebreo non rende le persone tutte uguali e che sceglie chi nasce schiavo e chi padrone.
L'islam oggi predica semplicemente una politica di non interpretazione dei testi sacri come fanno i cattolici in europa, tattica quella cattolica sviluppata per sopravvivere al progresso e al rinascimento, e questo a distinguere realmente le due religioni, le quali entrambe seguono l'antico testamento.

La riforma di Gesù della religione ebraica fu una rivoluzione che però ebbe davvero poco seguito e applicazione. I concetti non avevano nulla a che vedere con le tradizioni violente e schiaviste della bibbia. Il simbolo della sua crocefissione, ostentato poi dai cristiani per millenni, è stato intriso del sangue innocente delle vittime della bibbia e non dei vangeli. Come non ricordarci di Maria Maddalena, salvata dalla lapidazione, e come conciliare tale insegnamento con le milioni di Marie Maddalene torturate, bruciate, impalate, violentate e mutilate dall'inquisizione e dal popolo fanatizzato e indottrinato al sadismo dagli insegnamenti del vecchio testamento.

Le donne sono state le persone che più di tutti hanno conosciuto la violenza del dio ebreo e che tutt'ora continuano a patirlo. E cosa è cambiato oggi per i diritti dei bambini? Lo scandalo tanto temuto dalla chiesa e che tanto viene difeso e giustificato dai cattolici con solidarietà cieca per la loro santa chiesa, chiesa che oggi ha come sovrano un papa che di suo pugno, in carica di cardinale, si occupò della messa in salvo dei preti pedofili espatriandoli all'estero e sottraendoli così alla giustizia per i loro crimini.
Ma quali erano i mezzi legali che il medioevo cattolico adottava contro chi commetteva abusi su bambini?
Le leggi erano poco chiare, alcune erano a dir poco ridicole. Alcune leggi recitavano che lo stupro su bambini o animali doveva essere multato di un ammenda o, in caso che non poteva essere pagata la penale, veniva convertito in pena detentiva, e non distingueva i bambini dal bestiame.
Si può immaginare come chi possedsse molti denari potesse girare liberamente per le campagne dell'epoca a violentare bambini che giocavano ignari nei campi. Queste furono leggi decretate dai papi di allora, non sembra affatto cambiato l'atteggiamento della chiesa per questo tipo di reato.
Va comunque anche ricordato che all'epoca molti nobili, tra cui anche cardinali e vescovi, possedevano delle segrete personali nelle proprie magioni, dove praticavano l'arte della tortura e del sadismo sessuale, e molte vittime, donne e bambini scomparsi, in un era in cui scomparire era una disattenzione della famiglia e non un crimine, finivano i loro giorni per lo sfogo maniacale dei loro aguzzini.




La corce è simbolo di libertà e uguaglianza?
Ma un simbolo non crea ne buone ne cattive intenzioni se non sono le persone a esserne recettive all'uno o all'altro orientamento morale. Attribuire poteri, uno spirito, una coscenza a un simbolo è il mezzo più potente per il controllo di massa. Gli stati utilizzano la bandiera e la patria, due simboli astratti, simboli per i quali si può dare la vita in guerra. È l'arte del torero, sventlando il drappo rosso il toro viene distratto e confuso e non si accorge della mano armata di spada che lo infilzerà mortalmente. La bandiera o la patria cattura l'attenzione della popolazione violenta e gerarchica, dove la difesa del territorio è un istinto primario primitivo, e vengono distratti così dagli interessi politici economici del conflitto per cui stanno dando la vita, contribuendo all'arricchimento di famiglie che hanno interessi nei territori che vanno a conquistare.
La chiesa cattolica ha usato lo stesso stratagemma, infondendo al simbolo della crocefissione la passione del cristo, distraendo il popolo dal vero aspetto della religione a cui stavano dando la propria anima fedelmente e senza difese.
Il crocefisso deve restare un simbolo di uguaglianza e fratellanza? I simboli appartengono a chi li crea e non fanno parte del nostro presente, e del nostro futuro che verrà, ne delle nostre scelte e delle nostre identità.

Ho scritto questo articolo per risposta all'articolo di Travaglio in cui difende il corcefisso nelle scuole pubbliche italiane, dopo la sentenza europea che ha dato ragione ai ricorsi delle associazioni laiche e atee.
Nonostante mi trovi in disaccordo con lui l'ho trovata una persona passionale e ammirevole, se in buona fede, la spiritualità va difesa, ma spesso il sentimento spirituale prevarica la ragione, perché travolge i sensi e la razionalità. Bisogna cercare la spiritualità senza esserne schiavi, essa può essere una guida ma non una luce accecante che ci impedisce di scegliere quale strada prendere in piena libertà e coscenza.

Spero si accorga di aver sbagliato, di esser stato travolto dal risentimento religioso, che rende in ogni caso l'uomo una specie interessante e imprevedibile, ma a volte anche pericolosa senza volerlo.
Rimane uno dei più grandi giornalisti italiani, la persona che ha permesso di dare inizio al risorgimento italiano, quindi gli darò sempre atto di questo.
Avrà ricevuto molte critiche per il suo articolo, questa è una delle tante che si possono trovare in rete suppongo, ciò lo rende umano e fallibile sotto il mio punto di vista, ciò non può che renderlo più famigliare a noi suoi assidui lettori e ammiratori. Un abbraccio a Marco Travaglio e a tutte le persone che come lui non hanno paura di dire quello che pensano anche quando non rispecchia ciò che l'immagine che credevamo rappresentasse a pieno ^-^
Continuiamo a leggere il fatto quotidiano e ilfattoquotidiano.it, ci hanno salvato da dittatura certa, assieme a molti altri come Santoro, Grillo, lo staff di La7 e decine di giornalisti ancora liberi che fanno resistenza contro il regime mafioso-fascista dello pseudo governo italiano e del popolino cattolico-fascista-mafioso che fa di questo paese l'ultimo stato dell'ultimo periodo medievale ancora vivo in europa.















Ma io difendo il crocifisso, Di Marco Travaglio ilfattoquotidiano.it

Lugath scrive:
Ascolta il consiglio di un estraneo (semmai leggi i commenti). Leggendo alcuni post ho notato l’influenza della tua persona, molta gente crede nelle tue parole, questo ti rende un personaggio pubblico che dovrebbe stare attento a quello che dice e come lo dice, e soprattutto quando e dove schierarsi.
Di sicuro il crocefisso non converte in fedeli migliaia di bambini ma tu, prendendo posizione così pubblicamente sul tuo giornale, sei una figura influente. Quello che hai appena fatto si chiama fare una crociata, lo hai scritto e rimarrà nero su bianco.
Sei una persona intelligente, se questo articolo lo hai pubblicato ne avrai discusso prima con chi dovevi, sai che è sbagliato, non centra nulla quello che hai scritto, potrebbe anche trattarsi del simbolo più benevolo del mondo, rimane sempre il simbolo di una religione. Quello che mi domando e perché hai preso le difese di una questione che sai benissimo che non ha ragioni.
C’è gente che nel mondo lotta contro i cattolici per affermare i propri diritti civili, solo ieri in argentina è stato approvato il matrimonio omosessuale e i cattolici sono scesi in piazza a protestare per negare loro questo diritto.
Credo non sia più tempo per le crociate in questo nuovo secolo, la croce come simbolo di fratellanza e uguaglianza, appendetene uno in casa vostra, e io venendo da voi come ospite mi sentirò onorato, ma nelle scuole, dove i miei figli andranno per imparare l’uguaglianza e la fratellanza dell’uomo, e non dei suoi simboli, mi sentirò offeso.
Travaglio sei una persona passionale, mi è piaciuto questo articolo, credo nella spiritualità, un giorno la troveremo, ma non si troverà nei simboli da noi creati.

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