giovedì 31 marzo 2011

Lampedusa, l'uomo dal giubbotto giallo,



La forza di una dittatura è proporzionale all'aumentare dell'ingenuità e disorganizzazione degli onesti.





Lampedusa, di fronte al popolo viola, e alle forze dell'ordine, minacce
e intimidazioni dei tirapiedi del premier.




Un uomo dal giubbotto giallo e occhiali da sole si avvicina con aria minacciosa, il suo intento è quello di proteggere Silvio Berlusconi dai manifestanti. Inebetito dalle telecamere per niente intimorite che lo puntano in pieno volto apre il suo show di fronte ai "poliziotti" schierati a pochi metri, che assistono alla scena all'apparenza divertiti.
Quell'uomo inizia con parole pesanti (e a tratti incomprensibili), ha forse un seguito formato da altri tre complici che si aggirano guardinghi a controllare il territorio circostante:

"Berlusconi è venuto a salvarvi il culo, portate via questi cartelli. Queste telecamere ve le facciamo mangiare, li ammazziamo come i cani oggi, te lo giuro"

Il video è stato girato dai ragazzi del popolo viola, mostra un collaboratore del regime in difesa del sovrano. Lo scandalo, se così si può parlare visto gli esempi al parlamento dei loro rappresentanti, non deriva dalle azioni minacciose dall'uomo, forse un mafietto di zona che imponeva il suo controllo territoriale e politico, gli agenti sullo sfondo assistono indifferenti alla scena e alle minacce, senza intervenire sui toni oppressivi, indifferenti perfino alle minacce di morte.
Non c'è però da stupirsi seriamente, il presidente del consiglio non viaggia mai con una scorta di forze dell'ordine comune, un uomo come Berlusconi ha bisogno di fedelissimi, non può di certo rischiare che i suoi amici vengano fermati ed indagati, non sia mai che debba telefonare in qualche questura per far liberare qualche mafioso prima che parli troppo.
La polizia vera è per le strade ad indagare, intercettare ed arrestare soggetti come l'uomo dal giubbotto giallo, non di certo a proteggere un dittatore che si fa difendere dalla mafia locale mandandola ad intimidire dei manifestanti.
Il popolo viola c'è da dire che è stato stoico, come baionette hanno puntato le loro videocamere al tirapiedi, quasi come documentaristi che assistono alla carica, bluff, del leone, che ringhia e soffia innervosito.
L'ennesima minaccia alla democrazia o semplicemente l'applicazione di una dittatura strisciante che si fa largo con i primi segni di repressione? È duro delineare un netto confine.

La Russa ha oggi espresso tutta la sua autorevole rappresentanza istituzionale alla camera fanculizzando il presidente della medesima. Lo scalciatore folle non è nuovo ad episodi di scoppi d'ira e di eccessi, in rete gode di simpatie e buffi video di satira, una macchietta verrebbe da dire sogghignando, che fa sorridere nella sua grottesca ed infantile personalità post fascista.
Episodi di questo tipo non sono programmati a tavolino, non hanno un disegno ben preciso, sono tutte espressioni colorite di un governo emotivo e passionale. Se è questo il nostro primo pensiero forse dovremmo smettere di combattere questa tirannia dilagante e accettare lo stato di bestiame, molti paesi vivono una vita quasi normale sotto le dittature. L'italia ne soffrirebbe solo in piccola parte, chi onesto cercherebbe rifugio all'estero, avremmo profughi italiani, come i tunisini e i libici, che chiederebbero un posto dove dormire e un lavoro onesto per campare in europa, fuggiti da un paese di pecore e di lupi.
Non ci sarebbe obiezione, l'europa perderebbe un grande partner politico ma avrebbe finalmente la scusa per respingere l'esportazione più profiqua del nostro paese, la mafia.

L'uomo dal giubbotto giallo ha mostrato tutta la sua complicità con lo stato, di fronte alle forze dell'ordine ci ha resi coscenti di questa complicità, uno stato di polizia di regime è uguale in tutto il mondo, la repressione di massa viene svolta dagli agenti militarizzati, il lavoro sporco dai picchiatori e macellai, entrambi lavorano a braccetto l'uno di fianco all'altro, in perfetta simbiosi. Non serve guardare nel sommerso per trovare chi saranno i loro oppressori più feroci, di squadristi ogni città ne è piena, negli stadi (come ripeto spesso) e nell'impunità diffusa delle strade di periferia.

Mentre siamo a discutere su come tagliare la testa del tiranno scopriamo un corpo che agisce fisicamente su di noi, sempre meno intimidito da una costituzione incerottata e un codice penale quasi inapplicabile.
L'uomo dal giubbotto giallo ci osserva, cercando di capire come è possibile che sia stato visto da migliaia di persone, non c'erano televisioni, solo alcuni ragazzi che filmavano il tutto indipendentemente. La rete non servirà come deterrente, nonostante è grazie a lei che abbiamo scoperto che Berlusconi continua a cercare stallieri che lo proteggono giù al sud Italia. Internet può informare le coscenze ma rimane, quasi sempre, prigioniera del virtuale in un popolo al limite dell'alzheimer e dell'apatia.

Per quanto ricorderemo il vaffanculo di La Russa, quando dimenticheremo le parole di scherno di Berlusconi a Lampedusa (forse ci siamo già dimenticati del campeggio dei terremotati all'Aquila?), per quanto ancora ci rimarrà impresso il tirapiedi del premier dal giubbotto giallo?
Se avete coraggio, e soprattutto memoria, provate a ricordare gli ultimi 10 anni della storia d'Italia nelle loro mani, poi prendete un bel respiro ed urlate terrorizzati, questa è l'Italia.


Video di repubblica tv ripreso dal canale di Nostressilvio3 
© Island Societies Blogger Lugath

1 commento:

Anonimo ha detto...

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