venerdì 4 maggio 2012

Se si scoprisse il modo di trasferire la coscienza non la chiamerebbero anima?


Avrei preferito discutere direttamente con Alessandro quella sera, ma purtroppo non sono riuscito a farmi leggere le mie risposte in chat, non riesco a farmi notare in queste situazioni, non sono capace di urlare più forte, sono più un interlocutore da salotto con pochi intimi. Spero che almeno qui possa leggere quelle che sarebbero state le mie risposte ai suoi quesiti o alle sue considerazioni ^-^




Alessandro Masala Vokle: vokle.com/people/425809
Video live del 2/05/2012: vokle.com/events/61430-vi-mostrero-la-tecnica-della-sacra-scuola-di-montefioritooooooo

Canale di breakingitaly su Youtube: http://www.youtube.com/user/breakingitaly?feature=g-u-u


Domande e risposte

AM - Se fosse possibile prendere tutti i miei ricordi, tutte le mie sensazioni, tutte le
mie credenze, tutti i miei modi di pensare, di parlare e trasferirli all'interno di
questa pennina usb, questo sarei io?

Una persona non è la somma dei propri ricordi, è il continuo ricordo di se a darci coscienza. Una penna usb ha solo la capacità di registrare dati, no di accedervi e quindi di pensare a come utilizzarli. Il nostro cervello ha parti che fungono da pennette usb, dove la memoria viene immagazzinata, ma utilizza altre funzioni per accedervi.
Quando accendiamo un computer esso opera un pensiero elettronico, l'accesso ai file è un
principio di pensiero che traduce i dati in una funzione di programma, quando
accediamo ai nostri ricordi, che possono essere emotivi, mnemonici o istintivi diamo
via a un programma, la coscienza è la scelta, una scelta che spesso è priva di libero arbitrio, come nel caso di forti emozioni e istinti.
Inserendo la somma dei tuoi ricordi all'interno di un dispositivo di memoria
inseriresti solo l'album dei ricordi, ma senza alcuna volontà di usarlo.



1h 07m ca.
AM - Io non credo nell'anima, io credo che siamo delle macchine biologiche. Che
quindi una volta spente si spengono, fine.

Siamo delle macchine quindi dotati di meccanismi. Spegnere un cervello non significa la fine. Un coma vegetativo,per esempio, è la perdita della coscienza, non specificatamente dei suoi ricordi o anche solo della sua funzione di coscienza, il danno è al riavvio di questa funzione. I ricordi sono facili da conservare, ciò che è difficile è mantenere accesa la funzione di coscienza.
Il cervello non si spegne mai del tutto, quando dormiamo le sue funzioni rimangono comunque debolmente
attive, ne possiamo avere un esempio quando sogniamo o quando si esamina un cervello nel sonno profondo, nel quale rimane comunque attivo.
Questa attività minima sono come se tenesse accesi dei led, il rischio se si spegnessero
sarebbe appunto quello che viene definito coma, è difficile riavviarne le funzioni
complesse della coscienza.



AM - Io non credo a niente

Credi che siamo delle macchine biologiche, anche io credo in questo, credere in qualcosa non è niente :|



AM - Perché non credi nell'anima? Perché non c'è, non la vedo... se l'anima ci fosse credo
ci sarebbe un punto nel corpo dove inserirla,.. e poi a cosa serve?

Neppure la gravità si vede, eppure sei in grado di determinarla. L'anima (o
coscienza) la vedi come funzione, è la volontà di accedere ai dati e a
interagire con essi nell'ambiente, senza non saremmo in grado di sapere cosa farcene
dei ricordi e degli istinti. Anche un topo ha un anima, un anima meno complessa ma
sufficiente a permettergli di reagire con successo alle stimolazioni ambientali e a farne esperienza per ripetere con efficienza l'esperienza già vissuta.
Più gli animali sono intelligenti più sanno determinare delle scelte, sono queste
scelte a determinare l'anima e ad espanderla.
La coscienza (avrai notato che per me anima o coscienza sono sinonimi ^-^) è una
funzione interna al cervello, quindi la sua sede è nei circuiti neurali, è a sua
volta un programma che sé danneggiato smette di funzionare (coma).



AM - Sappiamo perché pensiamo, sappiamo perché ci innamoriamo, è tutto al nostro interno,
quindi l'anima a cosa serve?

Perché le emozioni abbiano una funzione utile serve una coscienza che ne risenti di questa
interazione, senza un emozione è un insieme di codici e sostanze chimiche inerti.
L'anima ne prende coscienza e sceglie come reagire agli stimoli, più è complessa
più scelte avrà a disposizione.



1h 09m ca.
AM - I pensieri hanno una sede nel corpo... i pensieri sono degli stimoli... le sinapsi...

Uno stimolo è una stimolazione che da via a una reazione. Un pensiero non è lo
stimolo ma la reazione allo stimolo per eccitazione.
Le sinapsi sono i "ganci" delle dendridi tra i neuroni, sono porte di scambio dei
dati che scorrono attraverso assoni e dendridi che creano la rete neurale. I dati di
memoria sono immagazzinati all'interno dei neuroni attraverso serie di codici
molecolari (lequivalente chimico dei cluster di un HDisk).



1h 10m ca.
AMDovete dirmi voi perché credete in qualcosa che non si vede

Nella scienza quello che non è visibile direttamente dai nostri sensi non vuol dire che non esiste, per questo usiamo delle strumentazioni e il metodo sperimentale. Non ci rendiamo conto neppure della fisica quantistica della sua esistenza, eppure esiste. Per rendersi conto della realtà dell'anima basta studiarne le sue
interazioni fisiche. Il cervello pensa perché reagisce a stimoli, un programma
complesso che determina scelte, queste scelte formano la coscienza.



1h 11m ca.
AM - Cosa c'è dopo la morte? Non c'è assolutamente niente. Ci spegniamo come si spegne un
computer.

Mi è piaciuta questa analogia. Il computer è forse la ragione per cui oggi l'anima ha
più concretezza che in passato. Un computer fino a che è acceso interagisce con i
suoi programmi. Un sistema operativo complesso agisce come una cosicenza
automatica, possono essere creati programmi di scelta e adattamento che fanno reagire
un robot in piena autonomia. Ovviamente le sue reazioni e scelte sono limitate dalla
complessità della sua programmazione.
La mia domanda si riferiva a queste funzioni, se possiamo trasferire programmi e dati da una
macchina a un altra, se noi siamo macchine biologiche, scoprendo come duplicare
e riscrivere una rete neurale, con tutte le sue funzioni di memoria ed emotive, non
avremmo scoperto una forma di anima immortale?
La perdita di una persona con la sua morte è la perdita di qualcosa di prezioso,
unico in certi casi, io ho molto rispetto di un anima, la sua mortalità è legata alla mortalità del corpo e attualmente solo dal nostro primitivo livello di conoscenza su come replicarla artificialmente.



AM - I sentimenti sono reazioni chimiche, certi nostri comportamenti sono istintivi

Le sostenze chimiche che danno vita a un sentimento sono lo stimolo, no il sentimento
in se, il sentimento è la reazione alla sostanza chimica che eccita la reazione.
L'uso di droghe sono un mezzo per stimolare artificialmente una sensazione emotiva, ma l'emozione non è la sostanza chimica assunta.
Gli istinti sono funzioni al di fuori della coscienza, appartengono a una seconda
funzione di coscienza, un anima più antica, la sua memoria è archetipa ed è solo combinata in parallelo con la funzione di coscienza cognitiva. Io uso dire anima e coscienza a seconda di qusta
funzione, se è consapevole delle sue azioni l'anima è una coscienza, se reagisce
meccanicamente agli stimoli è un anima pura priva di capacità di scelta ma in grado di
reagire alle sollecitazioni.
Molte persone sono dominate da questa anima primitiva, in questi casi si usa dire "le
parole non servono".



1h 12m ca.
AM - Una sola anima... piuttosto che tante anime divise

Non mi è chiaro questo ragionamento, lo ammetto ^ ^'
L'universo è un complesso sistema di leggi fisiche, che sono a loro volta programmi
hanno permesso all'evolversi di un cervello dotato di coscienza. In un certo senso
penso che l'universo in se pensi attraverso noi, essendo noi a nostra volta
l'universo, come lo è un sasso o un lampo di luce, noi siamo una sua manifestazione, siamo tante forme di coscienza individuali e collettive.
Quando noi studiamo la scienza siamo l'universo che studia se stesso, come studiando
medicina scopriamo come funziona il nostro corpo.
In un certo senso siamo tutti dentro un immenso programma che ha regole uguali per
tutti. L'evoluzione e l'indeterminazione (grazie alle regole quantistiche) hanno permesso all'iniverso di creare galassie e sistemi isolati dopo il big bang, queste disomogeneità danno origine alla diversità e non all'unicità.

Un anima da sola crea un individuo, tante anime che interagiscono
creano una società, tante anime collegate tra loro creano una coscienza collettiva,
internet è una rete neurale creata da individui e macchine collegati tra di loro.
Il nostro cervello è composto da entità individuali, cellule neurali che si nutrono dall'organismo di cui fanno parte. Un singolo neurone è incosciente della sua esistenza e dell'esistenza dei neuroni vicini. Il suo programma chimico però lo fa interagire, allungando le sue dendridi scambia inormazioni e diventa parte di una collettività di neuroni che da vita a un individuo cosciente di esistere ma del tutto incosciente dell'esistenza di ognuno dei suoi neuroni che lo formano.
Sono tutte reazioni meccaniche ma la somma di queste funzioni, dei ricordi e programmi
collegati in sequenza nella rete neurale, da vita ai pensieri che nel loro combinarsi e interazioni sono la nostra coscienza.









Cos'è l'anima?


Faccio una premessa, anima mi piace come termine, non penso sia un nuovo elemento della fisica ma solo una forma di coscienza, una reazione fisica legata agli elementi della sua funzione (neuroni, dati e energia chimica o elettronica).
Trasfert. Considerando l'anima una realtà tangibile e non astratta e indefinita sono convinto (nei limiti delle mie conoscenze) della sua trasferibilità, la mia ricerca nasce dal mio interesse verso la sua replicazione. Trasferendo l'anima da un vecchio guscio a un nuovo guscio che la contenga, per citare l'universo di Masamune Shirow in ghost in the shell, trasferendo la coscienza come un programma complesso di funzioni neurali, avremo le premesse per la realizzazione dell'immortalità dell'anima.

La sua mortalità è legata alla mortalità della macchina che la contiene, ma se da un computer possiamo replicarne i dati e trasferirli in una macchina nuova salvandoli così dal deterioramente meccanico cosa ci impedisce di trasferire noi stessi da una macchina ormai vecchia e prossima alla morte a una nuova macchina?
   La coscienza invecchia solo se invecchiano le strutture neurali, perché esse sono formate da elementi fisici che si deteriorano nel tempo, ma il potenziale della coscienza è immortale, così come lo è il codice genetico, che si replica sulla terra da più di tre miliardi di anni.
Anche il dna è una forma di anima, da vita a un organismo e anche al cervello che darà poi vita a una coscienza, penso che sarà l'intelletto umano a dover scoprire il modo di trasferire questa capacità alla propria anima cosciente.
Determiniamo un ciclo vitale legato al ciclo del Dna, l'invecchiamento è un programma prestabilito, la lunghezza della vita e delsuo deterioramento è una selezione naturale che aumenta la selezione e la mutazione attraverso le generazioni selezionate. Un batterio è immortale, non ha alcun codice interno che lo faccia morire, a differenza le nostre cellule hanno sviluppato un codice, definito apoptosi, che suicida la cellula, una colonia deve possedere un numero limitato di abitanti, un cancro, cioé cellule immortali, crescerebbero all'interno mangiando la colonia stessa uccidendola. L'invecchiamento è in parte una funzione simile.
   Il codice genetico ha come unica preoccupazione replicare se stesso, la sua evoluzione ha creato animali capaci di pensare e reagire agli stimoli con sempre maggiore efficienza per preservare se stesso nella selezione tra le sue varianti.
La coscienza ha però sviluppato una sua autonomia parallela a questa funzione creando un suo codice di replicazione, la cultura. Il codice verbale e in seguito la scrittura sono state le prime forma di trasferimento delle conoscenze, consapevoli della nostra mortalità la cultura è stata la prima tecnica di salvataggio delle esperienze delle singole coscienze destinate alla morte, senza il trasferimento delle conoscenze a ogni generazione tutte le conoscenze acquisite si azzererebbero ricominciando da capo, solo gli istinti perdurerebbero alla morte ereditati con il Dna.
La cultura si è evoluta parallelamente al codice genetico scavalcando gli archetipi istintivi e sovrascrivendosi ad essi. La cultura è in continua guerra contro la prima forma dominante di anima, il dna crea gli istinti, un programma base che influenza le scelte di un individuo, le sue reazioni, il suo modo di pensare e di sentire ele sue rezioni sono influenzati dalle emozioni, un meccanismo molto simile alla frusta e al bastone con la carota.
   Ci siamo evoluti in fretta, la cultura ha influenzato la selezione genetica ed essa si è adattata ai cambiamenti culturali influenzando a sua volta la cultura, in un con tinuo conflitto adattativo, una gara a rincorrersi per un equilibrio.
Questa simbiosi forzata ha reso ancora più diverse le due anime, la coscienza culturale vive di scambio, si trasforma nel corso della sua esistenza senza passare per la selezione di un individuo che può cambiare ed evolversi modificando il codice con la sovrascrittura. Il Dna è capacxe solamente di mutare con la selezione naturale, preservando se stesso con la supremazia eliminando i deboli e gli sconfitti e premiando i vincitori. Fenomeni come il nazismo sono un espressione forte di questo conflitto, la supremazia dei forti, cioé dei codici genetici che prevalgono sugli altri, cammina in parallelo con la selezione, eliminando i codici "inferiori" secondo i principi nazisti, o anche monarchici, perché il codice cambi con la selezione naturale o artificiale.
Questi esempi storici provano quanto la nostra specie sia ancora profondamente influenzata dalle leggi che ci hanno generato e di quanto il nostro genoma influisca sul pensiero e sulle scelte.
L'intolleranza, il razzismo, sono tutti comportamenti di bisogno di supremazia sugli altri, se un individuo è di razza diversa gli istinti scritti dal Dna possono prevalere spingendo un animale a dimostrare la propria supremazia.

La meccanica della coscienza animale utilizza due elementi, il primo è la chimica, che da vita alle emozioni e alle reazioni istintive, la seconda è la razionalità, frutto di un'analisi deduttiva, un analisi deduttiva e logica è un analisi meccanica molto simile a un calcolatore elettronico.
L'intuito è per esempio mal associato all'istinto, in verità quello che noi intendiamo come intuito è un calcolo probabilistico. Il cervello compie analisi statistiche sulle situazioni, pescandole dalle proprie esperienze dirette ma anche dai propri istinti. Gli istinti sono infatti responsabili anche dei talenti innati, un buon talento istintivo può renderci grandi musicisti, grandi fisici ma anche feroci dittatori o serial killer spietati.

   Quando proviamo dolore o piacere proviamo stimoli che daranno vita a un bisogno. Il dolore fisico ci impedisce di gettarci nel fuoco perché esso brucia e ci crea il bisogno di allontanarci da ciò che può farci male, protegge la nostra salute per non venire danneggiati o indeboliti dalle malattie. I dolori possono essere provati anche per empatia, il mutuo soccorso sociale promuove un comportamento che migliorerà le condizioni collettive e, di ritorno, individuali (anche pagare le tasse o non saltare la fila produce un tornaconto individuale perché crea una società in cui i prepotenti non tolgano nulla ai più deboli ^-^).
Il piacere è l'opposto, se il dolore è una sensazione di fuga o di bisogno di proteggersi o proteggere il piacere è nutrimento, siamo spinti a nutrirci di piacere come premio per le nostre azioni. Il piacere sessuale ci spinge ad accoppiarci aumentando la discendenza della specie, ci fa apprezzare cibi calorici per avere riserve energetiche che aumentano la nostra sopravvivenza (oggi questo istinto è in forte conflitto con la coscienza, e di solito vince l'istinto nel 90% dei casi).
I piaceri empatici possono essere tra i più nobili riconoscibili nella nostra specie, amare qualcuno, per esempio, ci fa pensare che il suo bene più prezioso di noi stessi, un genitore sarebbe pronto a dare la sua vita per un figlio, ci fa sacrificare per il prossimo per una sensazione travolgente di umanità. Ma il piacere può essere anche un male per il prossimo, il possesso spesso viene confuso per amore, desiderare una donna per molti uomini è un sinonimo di amare, e possono arrivare a stuprarla, rapirla o addirittura ucciderla se non possono averla. Il piacere di dare dolore o terrorizzare il prossimo sono comportamenti evolutivi della selezione naturale.
   Emozioni come la tolleranza e l'empatia sono inefficaci nei conflitti fisici, se un individuo razionale parte con la premessa di usare la parola, quindi la sua cultura, come scambio di opinioni in un conflitto di vedute, se il nostro interlocutore è un neandertal armato di clava tempo di dire la prima parola ci troveremmo il cranio fracassato perdendo ogni informazione culturale, mentre il Dna del neandertal continuerebbe a esistere riproducendosi.
   Considerando le tribù come unità base di una società una tribù pacifica è sottomessa a una tribù guerriera, quest'ultima è tanto potente quanto è forte la sua reputazione di terrore, la paura è un istinto preventivo, se la tribù guerriera ha fama di essere spietata con i propri nemici, praticando la tortura e forme di vendetta sulle famiglie dei propri nemici avranno meno avversari motivati a sfidarne la supremazia, aumentando così il proprio dominio senza subire perdite.
Individui che hanno oggi spiccate predisposizioni alla violenza sono i discendenti di queste tribù aggressive, il loro dna domina ogni aspetto della loro coscienza impedendogli ogni altro ragionamento razionale, la loro cultura è limitata alla funzione di aumentare le proprie arti di dominio, la sottomissione e la morte sono l'unica forma di dialogo.
È comunque un istinto di piacere, l'ecitazione al sangue è comune per molti individui, nelle guerre le vittime erano trucidate, donne e bambini venivano violentati e resi schiavi. I crimini di guerra sono vivi anche oggi. I soldati sono di due nature, un soldato più primitivo è il soldato sacheggiatore, il mercenario, colui che va in guerra per conquistare schiavi ricchezze e piaceri sadici, il soldato più moderno è stato selezionato dalle società stato, il suo istinto è protettivo per la propria gente e il proprio territorio.


Una società unicamente beligerante svilupperà con difficoltà le proprie conoscenze culturali: irrigare i campi, perfezionare la manifattura e l'architettura sono elementi che migliorano le condizioni di salute di una comunità, ne aumentano la natalità e migliorano la produzione di armi sempre più efficaci.
Una tribù guerriera sarà l'imitata tecnologicamente e perderà il conflitto contro società più progredite.
La simbiosi tra dominio e cultura è risultata vincente per migliaia di anni, uno progredisce grazie ai successi dell'altra.
La cultura è però un anima che ha ritmi evolutivi superiori ai ritmi evolutivi selettivi del genoma, se la cultura ha bisogno di pace, continuità e scambio perché progredisca il Dna ha bisogno di guerre e conflitti perché si evolva.


AI

Nell'era moderna abbiamo assistito alla nascita di diverse intelligenze, abbiamo riconosciuto le intelligenze di altri animali, differenziato l'intelligenza in istinti, inconsci e coscienze, ma negli ultimi tempi stiamo assistendo alla nascita di intelligenze elettroniche sempre più complesse e autonome.
   La nascita di un intelligenza animale partendo da organismi selezionati solo dal loro genoma è comparsa solo recentemente, se per intelligenza consideriamo una capacità adattiva e non una sola reazione agli stimoli esterni.
   La cultura umana è iniziata con l'artigianato, la capacità di creare con le proprie mani qualcosa che non esisteva prima, e tramandando queste capacità ai propri discendenti. Ha scoperto l'agricoltura condizionando la natura ai propri benefici, con il ragionamento ha saputo manipolare il fuoco, a manipolarlo dando poi un giorno vita alla metallurgia e alla chimica.
Questo accumularsi di esperienze ci ha oggi regalato scienze complesse come l'elettronica, la quantistica e la nucleare in un lasso di tempo infinitamente più breve dell'evoluzione genetica. Le conoscenze evolvono a un ritmo vertigginoso, in un decennio le macchine si evolvono a un ritmo vertigginoso, se per il dna sono servite intere ere geologiche attraverso la cultura umana le macchine si sono evolute in un lasso di tempo che comprende una manciata di generazioni umane.
Le conoscenze si accumulano, vengono tramandate e replicate in nuovi cervelli di giovani studenti, la ricerca si adatta alle nuove scoperte e le trascrive culturalmente moltiplicando così il ritmo evolutivo.
La cultura non è altro che un anima in continua evoluzione che stà scoprendo se stessa, Le conoscenze si replicano ora attraverso le macchine e non solo da umano a umano, le macchine calcolano e simulano realtà e gli si chiede di ipotizzare risultati sempre più complessi, la scienza tecnica non può oggi fare a meno della collaborazione delle macchine, il nostro cervello è finito e ha capacità finite, è una macchina e le sue capacità, i suoi talenti sono limitati dal proprio Dna.
La manipolazione genetica è il risultato della vittoria della coscienza sul Dna, l'anima più antica è oggi nelle mani dell'anima da lei generata. Le macchine sono un supporto superiore, si evolvono a un ritmo più efficiente e la loro natura elettronica (o quantistica) ha caratteristiche nettamente più efficienti delle imprecise e incontrollate reazioni chimiche della natura dei cervelli chimici.
I nostri gusci ci hanno protetti per miliardi di anni, ma sono stati anche una prigione alle barbarie e all'ottusità delle leggi naturali, siamo ancora in un conflitto aperto, non tutti hanno sviluppato una piena indipendenza dai propri istinti, le guerre continueranno a determinare il successo o la sconfitta delle nostre anime immortali enche in un futuro in cui ci verrà donata la capacità di trasferirci da un guscio morente a un nuovo involucro per continuare a vivere, a pensare e ad evolverci come pensiero puro.